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Feltrinelli e la crisi infinita dell’editoria libraria

Negli ultimi giorni, le librerie Feltrinelli sono state il centro di una significativa mobilitazione sindacale, con scioperi e proteste da parte dei dipendenti che lamentano condizioni contrattuali precarie e un progressivo deterioramento delle condizioni lavorative. Questa agitazione si inserisce in un contesto più ampio e critico: la crisi ormai consolidata dell’editoria libraria e, più in generale, delle librerie fisiche, un settore che fatica a mantenere margini di profitto adeguati nell’era dell’e-commerce e della digitalizzazione sempre più pervasiva.

Le librerie Feltrinelli, tra le più riconoscibili e diffuse in Italia, occupano una posizione strategica nel mercato, ma si trovano oggi in un equilibrio delicato. Se da un lato continuano a essere un punto di riferimento culturale, con sedi di prestigio nelle principali città italiane, dall’altro devono affrontare sfide economiche sempre più pressanti. La crescita delle vendite online ha eroso il ruolo centrale delle librerie fisiche, costringendo il gruppo Feltrinelli a una costante revisione della propria strategia commerciale. Negli ultimi anni, l’azienda ha dovuto ridurre il personale, rinegoziare affitti e ottimizzare i costi di gestione per mantenere la rete di vendita operativa. Tuttavia, questi interventi non sono stati sufficienti a garantire una redditività stabile, sollevando interrogativi sul futuro di questo modello di business.

Le sedi nelle zone di prestigio: proprietà o affitto?

Un elemento centrale nella strategia di Feltrinelli riguarda la gestione del patrimonio immobiliare. Molti dei punti vendita si trovano in location di alto valore, situate nei centri storici e nelle principali arterie commerciali delle città. Tuttavia, la maggior parte di questi immobili non appartiene direttamente all’azienda, bensì è occupata in affitto. Negli ultimi anni, Feltrinelli ha adottato la strategia del sale-leaseback, vendendo alcuni immobili di proprietà per generare liquidità immediata e poi riaffittandoli dai nuovi proprietari. Questa scelta ha permesso di destinare risorse al core business, ma ha anche aumentato la dipendenza dell’azienda dalle oscillazioni del mercato immobiliare e dai costi di locazione, spesso molto elevati in contesti urbani centrali.

Questa politica immobiliare si traduce in una vulnerabilità finanziaria: se i costi degli affitti diventano insostenibili o se la redditività di un punto vendita cala significativamente, la chiusura di una libreria diventa una soluzione inevitabile. Alcune filiali Feltrinelli hanno infatti abbassato le serrande negli ultimi anni, proprio a causa della difficoltà di mantenere i costi sotto controllo. L’ottimizzazione della rete di vendita, dunque, non è solo una scelta strategica, ma una necessità imposta dalle condizioni di mercato.

La sfida della redditività nell’era del digitale

L’evoluzione del mercato editoriale negli ultimi due decenni ha visto una progressiva riduzione del ruolo centrale della libreria fisica come canale di vendita. Se un tempo rappresentava il principale punto di riferimento per l’acquisto di libri, oggi si trova a competere con le piattaforme digitali, che offrono una maggiore varietà di titoli, prezzi spesso più competitivi e la comodità della consegna a domicilio. Questa trasformazione ha costretto anche Feltrinelli a ripensare il proprio modello di business, cercando di integrare nuove strategie di engagement con il pubblico.

Per mantenere attrattiva la propria offerta, Feltrinelli ha investito nella creazione di eventi culturali, incontri con gli autori e spazi multifunzionali all’interno delle librerie. Tuttavia, queste iniziative, sebbene utili a rafforzare il ruolo delle librerie come hub culturali, non sempre si traducono in un incremento delle vendite. Il problema principale resta quello della sostenibilità economica: se il numero di libri venduti in negozio non è sufficiente a coprire i costi operativi, il modello non è più redditizio.

Un’analisi empirica: il fenomeno della consultazione senza acquisto

Una semplice osservazione empirica suggerisce una riflessione interessante: nelle librerie Feltrinelli è frequente notare un elevato numero di persone che sfogliano i libri, si siedono a leggere, magari prendono appunti, ma non acquistano nulla. Questo comportamento, sebbene dimostri che le librerie rimangono spazi di riferimento per la cultura e la lettura, solleva interrogativi sulla loro sostenibilità economica. Se la libreria diventa più un luogo di consultazione gratuita che un punto vendita, può continuare a esistere nel lungo termine?

La Feltrinelli occupa spesso location di prestigio nelle città italiane, come la storica Galleria Alberto Sordi a Roma, a testimonianza della volontà di presidiare i centri urbani con i propri punti vendita. Questa presenza capillare e visibile nei luoghi simbolo non è solo una scelta commerciale, ma anche un modo per rafforzare l’identità del marchio e il legame con i lettori sul territorio.

La trasformazione della libreria in uno spazio di aggregazione culturale è sicuramente un valore aggiunto, ma senza un modello di business che converta questa frequentazione in vendite effettive, il rischio di chiusure e ridimensionamenti rimane elevato.

Un futuro incerto per la libreria tradizionale

La crisi delle librerie fisiche non è un evento isolato, ma il risultato di un cambiamento strutturale del mercato editoriale e delle abitudini di consumo. Feltrinelli continua a investire nella propria rete di punti vendita, consapevole del valore che la presenza fisica ha per il marchio e per la fidelizzazione dei clienti. Tuttavia, le sfide economiche sono sempre più pressanti: i costi di gestione sono in crescita, mentre il pubblico si sta spostando sempre di più verso l’acquisto online. Se l’azienda non riuscirà a trovare un equilibrio tra esperienza fisica e sostenibilità economica, il futuro delle librerie tradizionali potrebbe essere compromesso.

Il destino delle librerie Feltrinelli, e di quelle fisiche in generale, dipenderà dalla capacità di adattarsi alle nuove esigenze del mercato. Se la trasformazione digitale continuerà ad avanzare senza un adeguato piano di risposta, il rischio di un declino progressivo delle librerie tradizionali potrebbe diventare irreversibile.